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Gentilissimo Dottore, sempre per comprendere un po' meglio le regole assai complesse di questo affascinante mondo, le sottopongo un mio ragionamento sui prezzi dei BTP di questo periodo.
La BCE ha fatto recentemente sapere che si aspetta con grande facilità di arrivare a quattro (o oltre) punti percentuali di Tasso di Rifinanziamento, come contrasto alla ancora consistente inflazione.
A leggere qualche dato sembrerebbe che il rendimento del Bund decennale sia (perlomeno in questo periodo) di circa 3 decimi di punto inferiore al suddetto Tasso.
Se così fosse, dato il nostro spread di circa 185 punti base, il BTP decennale dovrebbe oscillare intorno ai 5,5 punti percentuali di rendimento (con buona pace del nostro Debito Pubblico...). Nel momento in cui le scrivo tale rendimento oscilla intorno al 4,3 lordo. In tal caso sotto ci sarebbe un baratro.....
Che ne dice? è sbagliato quanto dico? Leggi la risposta...
Cosa succederebbe in caso di cancellazione del debito così come proposto da alcuni europarlamentari ??
Chi pagherebbe il conto ??
Fosse facile e senza conseguenze immagino lo farebbero subito. Leggi la risposta...
ho letto la sua risposta al quesito sul perché i Mercati giudicano così diversamente il debito pubblico di Italia e Giappone.
Tutte cose giuste quelle che lei osserva, con la piccola integrazione che mi permetto di aggiungere: la posizione finanziaria netta sull’estero dell’Italia a fine 2019 era si negativa, ma solo del 1,7% del PIL. Nel dicembre 2011 eravamo a -18,2%.
Qualche miglioramento si è fatto, non le sembra?
Quanto ai detentori del Debito, andrebbe anche precisato che quello in mano alla BoJ, in % sul totale emesso, è ben maggiore del debito Italiano detenuto da BI e BCE.
Soprattutto andrebbe precisato che il Giappone - che come sappiamo batte, tramite BoJ, propria moneta, cosa che non è più possibile per l’Italia - può “monetizzare” tutto il debito di cui necessita perché non deve sottostare a nessuna regola imposta da una Istituzione Sovranazionale.
Quanto alla detenzione delle Famiglie sa bene che una parte maggiore del debito pubblico italiano è ancora in loro mani: non direttamente, ma tramite quote di Fondi Obbligazionari e Bilanciati collocati a man bassa da Banche e Promotori sulle famiglie stesse. Inoltre, se la quota del Deb. Pubb. in mano a Non Residenti ammonta a circa il 30% del tot, fra questi vengono anche ricomprese Sicav di diritto lussemburghese, ma italiane al 100% perché collocate quasi tutte presso risparmiatori residenti. Quindi, di fatto, fra Sicav Italiane e Sicav Lussemburghesi, la quota in mano ai Privati Italiani è sicuramente ben più rilevante di quanto emerge dai dati di Banca d’Italia. Un bel riepilogo lo si può trovare sulla pubblicazione mensile:
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/finanza-pubblica/2020-finanza-pubblica/statistiche_FPI_15052020.pdf

Tornando alla Posizione Finanziaria Netta sull’Estero il Giappone ha un saldo creditore molto più rilevante della quasi parità raggiunta faticosamente dall’Italia, infatti, il Mercato continua a richiedere Debito Giapponese senza pretendere tassi maggiori.
Nell’Euro Area La Germania è in posizione simile, ma con una “mole” di debito (in rapporto al PIL) decisamente inferiore. Ed il Mercato premia sia l’eccedenza di Credito Estero, sia la bassa quantità di debito pubblico, essendo addirittura disposto a pagare per detenerlo.
Noi, aimè, non siamo in quelle condizioni ed il Mercato ci richiede un bel premio per i maggior rischio.

Ma come stanno gli altri 2 grandi dell’Euro Area, in particolare come spiega i Tassi irrisori che il Mercato richiede per comprare e detenere OAT?
I fondamentali della Francia sono decisamente meno “solidi” di quelli tedeschi, anzi, direi che quanto a negatività, si stanno avvicinando se non superando, a quelli che poteva vantare l’Italia nel 2011 (Posizione Finanziaria netta sull’Estero a fine 2019 -23,3%; Debito/PIL oltre il 98%).
Data la posizione debitoria netta, molta più quota degli OAT è in mano a non residenti, e sta aumentano trimestre dopo trimestre per il deficit di parte corrente dei transalpini che non accenna a diminuire.

Visti a “mente fredda” questi dati e questi trend farebbero venire la tentazione di aprire una posizione short sul debito francese…

Come se lo spiega?
Che ne pensa? Leggi la risposta...
Mi può spiegare la differenza fra il debito pubblico italiano e quello giapponese ?? Perché uno è considerato insostenibile e l'altro vivacchia con la sua elefantiasi come condizione endemica senza suscitare alcun allarme? Leggi la risposta...
Le faccio una domanda su una questione a cui pensavo recentemente.
Vedendo il grafico del rapporto tra il debito usa e il Pil si nota che il punto minimo di questo rapporto si è avuto nel 1980 proprio in relazione al punto massimo dell’inflazione, ragionando in maniera molto semplicistica si potrebbe avvalorare la tesi che una crescente inflazione fa diminuire il debito e viceversa.
Con i tassi nulli e inflazione nulla/bassa che hanno contraddistinto quest ultimo decennio, il tasso di indebitamento generale mondiale è esploso, generando vari allarmi utilizzati dagli analisti che vedono la situazione in un’ottica ribassista.
Può essere plausibile la logica che questo sia realmente un bottom della fase deflattiva e che per ricominciare a pagare i debiti il mondo necessiti di una inflazione gradualmente più alta ,non dico 20%, ma tendenzialmente più alta?
Prendendo il RG di ieri le commodity stanno per rompere la trend degli ultimi 10 anni e sono impostati a un possibile rialzo, l’oro ha rotto una congestione ribassista che perdurava da 8 anni, gli indici europei stanno rompendo congestioni ventennali (es. Stoxx600), le Banche Centrali mondiali accumulano Oro come se domani si tornasse al medioevo, come ci dovremmo preparare se effettivamente cambi a livello mondiale questa tendenza dei tassi discendenti in voga da ormai 40 anni? Leggi la risposta...
In questi anni la politica monetaria della BCE, o meglio di Mario Draghi, ha determinato una sostanziale tranquillità sui titoli di stato dell'Europa periferica ed in particolare su quelli italiani. Inoltre l'aumento del Pil migliorerebbe il rapporto con il nostro debito pubblico.
Tuttavia in un ottica prevedibile di un aumento dei tassi, visto che i mercati finanziari tendono ad anticipare i movimenti, potrebbe impattare drammaticamente sulle finanze pubbliche visto che dal 2011 ad oggi non è stata assolutamente sfruttata la "morfina" della banca centrale e sfioriamo i 2300 miliardi di titoli di debito.

Un 1% dei tassi di interesse provocherebbe a regime un maggior esborso da parte dell'erario italiano di 20/25 miliardi di €, a prescindere dal precitato rapporto debito pubblico/Pil.

Questa situazione non certo auspicabile credo possa considerarsi verosimile. Quale sarebbe secondo lei l'impatto sul famoso spread con i titoli tedeschi? Quali ripercussioni potrebbero esserci sulle nostre banche che detengono una quota importante del nostro debito? Non vorrei che dopo i Npl non ci facessimo mancare nulla. Leggi la risposta...
È possibile avere alcune informazione relativo al debito italiano? Evoluzione degli ultimi 30 anni, costo medio di rifinanziamento del debito, quale dovrebbe essere il PIL medio del nostro paese affinchè lo stesso possa essere sostenibile? Leggi la risposta...
Fra vari QE, espansione dei bilanci delle banche centrali (chi più chi meno), rapporti debito/pil in crescita lei non trova che questa crescita del debito in generale sia poco sana e alla lunga ci sia un conto da pagare? Leggi la risposta...
Mi permetto chiedere una Sua ulteriore valutazione sull'argomento sollevato in questa mail dall'utente e che, proprio negli ultimi giorni, sta catalizzando l'attenzione via via crescente di economisti e giornalisti.
A me appare chiaro che non è una questione di poco conto.
Anzi. È certamente la madre di tutte le questioni. Non so quanto abbia senso continuare a monitorare l'andamento del nostro mercato azionario se tutti abbiamo contezza che l'Italia è un paese tecnicamente fallito ma mantenuto in vita artificialmente (almeno per ora)...
Anche la Sua analisi, dott. Evangelista, è spietata ma realistica. Impossibilità di invertire la rotta dell'economia nel lungo periodo; necessità di ristrutturare una parte del nostro debito pubblico con conseguenti insostenibili perdite in conto capitale per risparmiatori e banche (già così mi sembrano tutte molto fragili).
Sic stantibus una rottura dell'euro non appare nemmeno il peggio che possa capitare (mi preoccupa di più la tenuta dell'ordine pubblico).
Tuttavia, dopo aver tratteggiato questo scenario prossimo futuro, Lei riprende a snocciolare quotidianamente dati e consigli (peraltro sempre precisi) sull'approccio ai mercati borsistici.
È come se stessimo ballando allegramente a bordo del Titanic prima dell'impatto con l'iceberg...
In verità mi sarei atteso da Lei consigli e dosi per la fuga graduale sia dagli investimenti che dall'Italia... Perché si ha voglia a dire che l'America è in ripresa, che la Germania è la locomotiva dell'Europa, che l'Australia, il Canada e la Corea del Sud giocano forse una partita diversa; il buco nero che causerebbe l'insolvenza del Paese Italia attrarrebbe a sè tutte le economie conosciute...
Mi dica per favore che mi sbaglio e che esiste una lettura alternativa di questi fatti. Leggi la risposta...
Sarebbe possibile avere un grafico o dei dati su chi in questo momento è possessore di titoli di stato italiani? Quanto del debito pubblico italiano è in mano ai risparmiatori e quanto in mano alle banche? Leggi la risposta...