Le scrivo per fare una mia osservazione da affezionatissimo utente-lettore.
Mi spiego meglio: se il suo modello di asset allocation consiglia l'80% di azionario vuole praticamente dire che un cliente prudente (che per la mia esperienza sono la stragrande maggioranza) invece di avere il 5% di azionario magari ne ha il 20 o il 25 o anche il 30, il che naturalmente implica che la rimanente parte del denaro venga posizionata in investimenti di tipo obbligazionario. Questo potrebbe avvenire magari in forma di polizze con delle gestioni separate, o in forma di obbligazionario molto corto o addirittura di conto corrente remunerato, ma comunque non di azionario.
Mi permetto di sottolinearglielo, perché lo spazio che conseguentemente noi consulenti dobbiamo dare, in termini di interesse e di consapevolezza, alla parte obbligazionaria, rimane nella realtà fattuale ampio, e spesso anche più ampio di quello che dobbiamo dare alla parte di capitale di rischio.
Quindi, quando ogni giorno leggo avidamente il suo Rapporto e cerco qualche notizia che riguardi l'amato/detestato obbligazionario, magari non trovandone, finiscono per mancarmi delle indicazioni realmente necessarie.
Mi pedoni quindi questa apparente critica che come comprenderà altro non è che una richiesta di aiuto e di assistenza, ma come le dicevo per chi fa il mio mestiere l'amministrazione degli obbligazionari non costituisce una scelta strategica perché di fatto non se ne può fare a meno.
Le sarebbe possibile parlarne un po' di più nei suoi Rapporti Giornalieri?
La ringrazio di cuore per il suo magnifico, costante ed irrinunciabile lavoro, e le auguro una magnifica giornata.
Leggi la risposta...