Vorrei esporre qualche considerazione sulle valute.
L'eurodollaro mi pare stia facendo qualche prova di inversione, o perlomeno mi pare ci sia una discussione in corso sui futuri rapporti di forza delle due valute.
Cosa che prima del 15 aprile non era ben chiara.
Questa novità sta facendo aumentare l'incertezza su tutti i mercati: borse, valute, commodities e dovrà essere verificata nei prossimi giorni.
Uno dei cambi più bastonati è stato proprio l'euroyen, complice appunto lo stop della salita dell'eurodollaro ed una contemporanea correzione del dollaroyen.
Sull'euroyen, l'obiettivo minimo della recente salita, a mio parere, di 125 circa, non è stato toccato. Ci siamo andati vicino(123,28 l'11 aprile 2011) ma non credo proprio sia questo il massimo obiettivo del movimento. Dobbiamo dunque mettere in conto una nuova via per raggiungerlo.
Questa via, che è sempre stata a mio parere quella maestra, consiste nella forte rivalutazione del dollaroyen.
Rivalutazione che in questo momento sembra in forse per via della correzione, continuata anche oggi, dal livello di 85,525 toccato il 6 aprile 2011. Una correzione anche fisiologica ma che ripropone il cambio in un'area di congestione all'interno del cuneo che ha come trendline di supporto i minimi del 1 novembre 2010 a 80,335 e del 31-12-2010 a 80,915 e come resistenza la trendline dei massimi del 15-12-2010 a 84,505 e del 16-02-2011 a 83,965.
Piccola diversione.
Cosa sta succedendo all'oro in mezzo a questi scossoni valutari e sulle borse?
Due cose: la rottura netta rialzista dei 1450 in $ ed anche il decollo dell'oro quotato in euro dall'area 1000 (quotazione attuale 1038).
Cosa vale di più delle due?
Sono entrambi segnali importantissimi ma a parer mio la ripartenza dell'oro in euro rende i mercati molto più fluidi e volatili.
INFATTI EURO E DOLLARO NON POSSONO CHE ESSERE ACCOMUNATI NEL LORO DESTINO COME LA TRISTE STORIA DI LEHMAN BROTHERS INSEGNA.
La stabilità (innaturale e fondamentalmente non giustificata) dell'oro in euro pareva ancorare i mercati ad una gestione "sotto tutela" dei vari movimenti sia delle azioni che delle valute.
Ma ora sembra proprio che l'euro debba camminare un po' con le proprie gambe.
E si vede quanto soffrano in questo momento sia la germania che i periferici, Italia inclusa.
Che sia l'ennesima finta correttiva prima della tanto agognata ripartenza verso nuovi massimi?
Questa settimana ne sapremo certo molto di più.
Credo che una stabilizzazione dei mercati e una risalita delle borse sia indissolubilmente legata alla ripartenza del dollaroyen. Ripartenza che, ricordiamoci, ha connotazioni sia tecniche ma forse ancor più politiche.
Infatti lo spike rialzista dello yen a 76,50 è stato riassorbito in un giorno e così pure la sua stabilizzazione al livello di 81 grazie ad interventi valutari e sull'indice nikkei225 (il più trattato dalla speculazione) dalla BOJ e dai suoi colleghi.
I mercati sembrano in questo momento ancor più legati a decisioni politiche sui rapporti valutari che non liberi di fluttuare secondo fondamentali e sbilanciamenti speculativi.
Prendendo per buono il minimo odierno di 82,17 bisognerebbe ribaltare la differenza tra 85,55 e 76,57, vale a dire nove figure circa, sopra gli 82,17 per arrivare all'obiettivo di 91,15 circa (cosiddetta onda 3).
Se questo si avverasse in un contesto di mercato ancora praticabile, ossia con un eurodollaro non in caduta libera, ma in lento controllato logoramento ( un po' di trading range tra 1,44 e 1,40) immaginiamoci la potenza d'urto sulle borse in positivo.
Io credo che vedremmo qualche fuoco d'artificio.
Intanto però oro e soprattutto argento continuano la loro marcia verso ambiziosi obiettivi indisturbati.
E questo non è per nulla un bel segnale, checchè ne dicano Krugman o Bernanke. Oro e argento continuano a salire a prescindere che le borse salgano o scendano. Semplicemente hanno grafici nettamente migliori e più promettenti.
Ed i grafici riflettono i fondamentali.
Il trend FORTE e CHIARO è su oro e argento non sulle borse che vengono perlopiù usate come diversivo per far passare il tempo senza che vengano urlati con troppa chiarezza tutti i problemi sui fondamentali dei vari debiti pubblici (e privati).
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