Come al solito complimenti per le sue analisi e i suoi studi … sperando di non sollecitarla su questioni sulle quali magari si è già espresso, mi permetto di sottoporle un mio esercizio grafico, per cercare di comprendere attraverso la sua competenza i possibili significati, oltre che in termini di analisi intermarket anche da un punto di vista macro (premesso che la comparazione abbia un senso da questo punto di vista)
Con rudimentali mezzi a disposizione ho provato a confrontare, dal punto di vista di un “detentore di dollari” (che non utilizzi alcuna copertura di cambio), un investimento comparato tra l’Eurostoxx 600 e lo S&P500 (…non per difetto di metodologia ma per scarsità di risorse a cui poter attingere, per il paniere europeo ho utilizzato il future mentre per quello americano l’indice azionario).
Sulla carta sotto rappresentata - che parte all’incirca al 2006 - l’Eurostoxx600 è rettificato per consentirne la sua espressione in dollari:
il differenziale di rendimento è notevole! …ma perché un americano dovrebbe poi, alla fin fine investire in Europa?
…ma le chiedo un parere in particolare riguardo all’analisi della dinamica, laddove prendono origine le diverse divergenze che collocherei principalmente a fine 2011 e inizio 2016.
Nel primo caso mi è abbastanza intuitivo ricondurre lo scarto tra i due investimenti al periodo della crisi dell’eurozona, mentre la forte accelerazione che si registra a partire dal 2016 mi riesce di più difficile comprensione ( …non abbia riguardi a rimandarmi ai suoi Outlook se il tema è già stato sviscerato… ma se vuole essere caritatevole, visto che siamo a Pasqua !)
A margine… se i dati rappresentati nella chart sono corretti (lei dispone senz’altro di database più affidabili) faccio notare che l’Eurostoxx 600 rettificato per valuta attualmente poggia sulla media mobile a 50 giorni: mentre buona parte di noi è focalizzato sulla perdita del supporto a 200 giorni, non è che questa diversa prospettiva può essere un elemento da prendere in considerazione?
Volendo fare un confronto con una profondità temporale più estesa e non riuscendo a trovare materiale adeguato per la serie storica Eurostoxx 600, la stessa comparazione effettuata nel periodo “1994 – 2018” con l’Eurostoxx 50, che mi rendo conto non essere per niente omogenea da un punto di vista dello spessore dei panieri, conferma tuttavia l’evidenza precedente, vale a dire come a partire sempre dal 2011 cessi una sorta di correlazione preesistente tra i due mercati azionari che in questo caso assume una divaricazione più estesa (ma in questo caso mi rendo conto come l’eterogeneità dei panieri giochi un ruolo significativo).
Spero di essere stato chiaro nel mio quesito, grazie della sua attenzione e con l’occasione Buona Pasqua.
Leggi la risposta...