Buongiorno Dottore, dopo quasi 10 anni che la seguo ho imparato ad apprezzare la sua schiettezza e le chiare indicazioni che ci ha sempre fornito, non ultima quella del "fuori tutti" improvviso che ci ha destato dal torpore di mercati in costante ascesa fino a fine febbraio, per cui le rinnovo i miei sentiti complimenti.
Quello che non riesco ad interpretare ultimamente è il suo tono in alcuni commenti, non ultimo quello sulla produzione di autoveicoli in Italia, in cui si percepisce che qualcosa non le quadra.
Questo continui riferimenti al 1929 e all'idea che la drammatica situazione che stiamo vivendo possa ricreare un ambiente finanziario simile mi rende un po' inquieta, per cui le chiedo gentilmente di indicarmi, con la schiettezza che caratterizza le sue indicazioni, se ritiene fondata la possibilità che ci si ritrovi tutti a "parlare di niente".
In questo caso come ci si dovrebbe comportare nella gestione di strumenti finanziari, generalmente parlando ?
Dobbiamo dire ai nostri clienti di stare protetti fino a quando questa eventualità non sia definitivamente scongiurata perché attualmente esiste questa possibilità?
Perché a parte il "sentiero" più probabile dei mercati di qui a breve che lei ci ha spiegato chiaramente, e partendo dal presupposto totalmente condivisibile che si preferisce cominciare a comprare "quando il minimo è stato fatto ed è alle nostre spalle", sinceramente non percepisco un tono costruttivo alzando un po' lo sguardo oltre l'orizzonte temporale del qui e ora.
Dove sbaglio ?
La sua prudenza è dettata dal fatto che trova ancora troppa compiacenza nel mood di mercato ?
La ringrazio se riuscirà a chiarirmi un po' le idee sul suo pensiero.
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