apprezzo sempre le tue puntuali osservazioni sulla situazione macro-economica (che sono, alla fine, alla base della evoluzione dei mercati nel lungo periodo).
Riguardo all’Italia (BTP) ed al suo debito pubblico quanto puntualizzavi nella risposta alla mail di un abbonato è corretto, ma non esaustivo:
Il deflattore del PIL del 2022 è di solo 3,1%, rispetto al 8,7% dell’inflazione, perché la gran parte dell’aumento dei prezzi è dovuta all’esplosione dei costi energetici che, essendo quasi tutte Importazioni, non rientrano nel deflattore!
Quest’anno, se le cose vanno avanti cosi come sembra dato la calmierazione dei prezzi di Gas e Petrolio, quasi tutta l’inflazione, che secondo ISTAT sarà del 6,3%, sarà interna e quindi ricompresa del deflattore.
Quindi, se le cose andranno così, anche quest’anno dovremmo quindi avere una crescita del PIL a prezzi correnti decisamente superiore al deficit primario (e forse anche al deficit totale) e ciò dovrebbe rassicurare gli investitori sulla sostenibilità del debito pubblico.
Per riportare il rapporto Debito/PIL su valori meno critici, il dilemma di fondo è sempre lo stesso: fare avanzi primari (austerità), sacrificando gli Investimenti pubblici perché meno critici in termini di consenso sociale, o sostenere l’economia con maggior spesa pubblica di “qualità” (Infrastrutture, Ricerca e Sviluppo, Scuola, rinnovamento qualitativo della Pubb Amm.).
Avere perseguito per oltre venti anni (dal 1997 al 2019) la prima strada ha, di fatto, solo stabilizzato il rapporto, ma non lo ha ridotto. Sarà un caso, ma dal 2020 abbiamo fatto più deficit (grazie alla sospensione delle regole Europee) e dal 2021 il rapporto ha iniziato a ridursi.
C’è anche un elemento di fondo che ci permetterebbe oggi di fare “deficit buono” e ce la testimonia il grafico pubblicato da B.Italia a febbraio (frutto di quasi 10 anni di surplus delle Partite Correnti):
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Di fatto non dipendiamo più dal risparmio estero per sostenere la nostra spesa pubblica.
In situazione diametralmente opposta si trova oggi la Francia che, stando ai dati Eurostat, ha un debito estero netto che supera il 20% del PIL!
Forse, dico forse, prima o poi i Mercati prenderanno coscienza di quanto anomali sono i differenziali di tasso fra BTP ed OAT?
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