Ciò che non potè il Terremoto, lo Tsunami e il Plutonio ha potuto la Banca Centrale del Giappone, che, obbediente al dettato della dottrina Bernanke, ha iniettato in soli 20 giorni oltre 600 miliardi di $ sui mercati finanziari, anche attraverso acquisti diretti in borsa.
Le notizie provenienti dalla centrale di Fukushima ci hanno distratto dall'enormità delle dimensioni di questo intervento e dalle possibili conseguenze sullo Yen.
Il Giappone ha un debito pubblico che sfiora il 200% del suo PIL, un deficit 2011 che si stima sarà del vicino al 9%, un apparato industriale gravemente danneggiato dalla mancanza di energia elettrica. In queste condizioni, l'intervento massiccio della banca centrale del Giappone è stato il detonatore che farà esplodere l'intero sistema.
La storia non si ripeterà, il terremoto Giapponese questa volta non porterà a nessun aumento temporaneo del PIL reale (come per il terremoto di Kobe), alla fine il Giappone avrà vinto la sua battaglia contro la deflazione trasformandola immediatamente in iperinflazione.
I Giapponesi attualmente detengono il 95% del debito pubblico del Sol Levante, accettano di ricevere in cambio tassi irrisori ma in cambio hanno avuto una moneta molto forte. Finita la frenesia iniziale, subito dopo il disastro naturale, che ha richiamato in patria fiumi di Yen e ne ha fatto schizzare le quotazione, ora la valuta nipponica è sulla strada di una rapida svalutazione, a quel punto i Giapponesi si troveranno di fronte ad uno scenario in cui non converrà più comprare i loro titoli di stato e sarà panico, tassi alle stelle o iperinflazione (e probabilmente entrambe le cose).
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