Domanda
Prendendo spunto dalle ultime riflessioni sul mattone, vorrei fare una riflessione sul lungo periodo (over 15 anni) per un investitore che abbia liquidità da utilizzare e voglia mantenere il potere d'acquisto della propria liquidità e in più ricevere un guadagno annuale, tipo cedole, dividendi o altro.
È un qualcosa su cui penso da tempo e spero sintetizzando quello che descrivo sotto di non portare una riflessione qualunquista.
Il mio assunto è che oggi in Italia l'immobiliare di pregio o delle zone centrali delle grandi città ha un suo mercato stabile e lo manterrà nel tempo mentre l'immobiliare di periferia o di zone non centrali può performare al massimo come un BTPi, ma solo se locato, ammortizzando gli oneri per la sua manutenzione sia ordinaria che straordinaria e le tasse grazie agli affitti riscossi e mantenendo così un delta di gain rispetto all'inflazione.
Questo sia perché il parco immobiliare è molto vecchio ma soprattutto perché la popolazione residente va diminuendo e l'offerta di locazione in prospettiva sarà superiore alla domanda.
Per questo ultimo motivo, l'occidente, investito in azioni e bond, che viene da una performance molto positiva degli ultimi 30 anni, deve iniziare a fare i conti con l'invecchiamento e la diminuzione della popolazione. Restano probabilmente sul lungo periodo spazi di crescita per i paesi dell'Europa dell'est che fanno parte della UE.
Il vero ritorno sui mercati sarà quindi da ricercare nelle economie emergenti più dinamiche, ma con performance ridotte rispetto a quelle cui ci hanno abituato gli USA perché hanno sistemi non basati sullo stesso principio di capitalismo degli USA.
È condivisibile questa riflessione oppure non ho considerato variabili importanti che possono modificare sensibilmente la decisione di allocazione delle risorse?