Manca ancora nel 2024 una formale correzione: con le quotazioni azionarie che in un caso (aprile) hanno ceduto poco più del 5%; nell'altro più recente, meno del 10 percento. Il tonfo di ieri ha spiegazioni tanto macro quanto micro. Ma conoscerà un seguito?

Il ritorno alla piena attività dopo la festività americana del Labor Day, è contrassegnato da una vistosa corrente di vendite che fa rivivere agli investitori gli spettri del 5 agosto. Per molti, non bastano dieci mesi di rialzi quasi senza soluzione di continuità per fornire l’evidenza di un mercato Toro; ma è sufficiente una sola seduta di borsa particolarmente negativa, per persuadere circa l’imminenza di un crash di mercato. Rispetto ad un anno fa, in effetti, è cambiato molto poco.

Il catalizzatore delle prese di beneficio è risultato duplice: macro e micro. Sul primo fronte in effetti i dati sull’attività manifatturiera nel mese di agosto sono risultati nel complesso inferiori alle aspettative. Il nostro Recession Predictor alla fine del mese scorso è salito al 33%: una misura senz’altro non trascurabile, ma ancora distante dalla soglia cruciale del 50%. In ogni caso da monitorare, ci mancherebbe.
Il crollo del petrolio nell’ultima settimana (-8.76% per il WTI dalla chiusura del 26 agosto) alimenta i timori di crisi della domanda. Ma, dati alla mano, risulta fortemente condizionato dal surplus di offerta proveniente ora dalla Libia. Peraltro, le quotazioni risultano in backwardation, con le scadenze più distanti sul mercato a termine che si collocano su livelli inferiori. Una anomalia che necessita di correzione: facile prevedere ulteriori declini di prezzo nei giorni a venire per queste circostanze tecniche.

Sul fronte micro, la notizia del giorno è senz’altro l’avvio di indagini da parte del Dipartimento della Giustizia nei confronti di Nvidia: rea presunta di pratiche concorrenziali scorrette. Una posizione da monopolista invisa a molti. Ce ne fossero, di alternative praticabili...
Tutto ciò ha cagionato un vistoso ridimensionamento delle quotazioni azionarie, destinato a proseguire nelle prossime ore.

Negli ultimi vent’anni, la seduta immediatamente successiva al Labor Day negli Stati Uniti è stata caratterizzata da una performance media del -0.14%, con ritorni favorevoli nel 40% dei casi. Più di recente il ritorno alla piena operatività a fine estate è stato contraddistinto da una sequenza di sette saldi negativi di fila; fra cui spicca il -3.5% di quattro anni fa. Sarebbe poi sopraggiunto il Vaccine Day a favorire la definitiva ripartenza del bull market ciclico.
In generale, le ultime 13 volte che la prima seduta del mese è risultata negativa in misura superiore al 2.0% da parte dello S&P500, hanno visto Wall Street crescere e più che recuperare fino alla fine del mese. Nel Dopoguerra la casistica abbraccia 29 precedenti, con l’indice americano salito nel 72.4% dei casi: in media, del +3.4%.