S&P500 destinato a posizionarsi sopra i 6.000 punti
Arrivano i primi outlook delle case di investimento di Wall Street. La cautela di un anno fa è stata messa almeno parzialmente da parte, ma il grande pubblico esita ancora a lasciarsi persuadere, nonostante le spettacolari performance degli ultimi due anni?
A due settimane dalla prossima riunione della Banca Centrale Europea, gli aggregati monetari nel Vecchio Continente risultano ad ottobre in linea con le aspettative: con la componente più ampia “M3” che cresce del 3.4% in un anno, rispetto al +3.2% di settembre. È un dato che, per quanto positivo, appare insufficiente a stimolare a sufficienza il credito e di riflesso la crescita del credito. Questo contribuisce a spiegare la stagnazione economica in essere, ben rappresentata dalle incertezze che finora hanno zavorrato l’Eurostoxx50, come rilevato ieri. A dicembre la BCE dovrà precedere con risolutezza ad allentamento del costo del denaro, nell’auspicio che ciò favorisca un ulteriore rilassamento delle condizioni finanziarie complessive: ancora su connotazioni restrittive nel Vecchio Continente.
Sarà una dinamica degna di nota, quella che si manifesterà nel 2025: con la Fed che il mese prossimo potrebbe tagliare i tassi per l’ultima volta prima quantomeno di una pausa a tempo indeterminato; e con gli altri istituti di emissione che, questa volta, procederanno per la loro strada. La borsa americana oggi chiuderà anticipatamente i battenti, dopo la festività di ieri. Con il +25.7% messo finora a segno, il 2024 si sta rivelando addirittura più radioso del pur eccezionale 2023. Merito certo dei colossi della tecnologia made in USA; ma non va trascurato che l’azione mediana americana, ben rappresentata dallo S&P equiponderato, dal minimo di tredici mesi fa ha conseguito uno spettacolare rialzo del 40%. No, non è il riflesso di poche azioni ad elevata capitalizzazione: il bull market ha favorito l’intero listino, e tutti gli investitori disposti a resistere agli strali delle Cassandre.
I primi outlook pubblicati sono certo condizionati da una tendenza che ha mietuto parecchie vittime fra i ribassisti. Il tono è diverso da quello, cauto, che ha contraddistinto (https://tinyurl.com/AGEit165) gli scenari pubblicati un anno fa. I primi dieci rapporti consultati sono orientati verso uno S&P a 6635 punti, con Deutsche Bank che si spinge fino a 7000 punti; e con una Morgan Stanley, fino a poco tempo fa ribassista, che si sbilancia adesso nel prevedere un indice a fine 2025 a 6500 punti. Sarà bene fare da subito l’abitudine con uno S&P che inizia per “6”.
...se possono disporre della Trump put? Nel frattempo Goldman Sachs, sempre molto attiva su questo fronte, confortata dalla schiarita commerciale, ne approfitta per ritoccare verso l’alto il target di Wall Street a tre e dodici mesi: rispettivamente... Continua...
Stati Uniti spinti ad un'intesa con Pechino da un'economia rivelatasi meno tonica di inizio anno. L'esatto opposto della Cina, che ha sfornato dati macro che inducevano ad un proficuo temporeggiamento. Il disinnesco della crisi fa volare i mercati. Continua...
Soprattutto: quante possibilità ci sono di rivedere o anche soltanto di avvicinare il minimo di un mese fa? la risposta è fornita dai modelli previsionali: come sempre precisi nel delineare le prospettive dei mercati per i prossimi sei mesi. Continua...
Arrivano i primi outlook delle case di investimento di Wall Street. La cautela di un anno fa è stata messa almeno parzialmente da parte, ma il grande pubblico esita ancora a lasciarsi persuadere, nonostante le spettacolari performance degli ultimi due anni?
A due settimane dalla prossima riunione della Banca Centrale Europea, gli aggregati monetari nel Vecchio Continente risultano ad ottobre in linea con le aspettative: con la componente più ampia “M3” che cresce del 3.4% in un anno, rispetto al +3.2% di settembre. È un dato che, per quanto positivo, appare insufficiente a stimolare a sufficienza il credito e di riflesso la crescita del credito.
Questo contribuisce a spiegare la stagnazione economica in essere, ben rappresentata dalle incertezze che finora hanno zavorrato l’Eurostoxx50, come rilevato ieri. A dicembre la BCE dovrà precedere con risolutezza ad allentamento del costo del denaro, nell’auspicio che ciò favorisca un ulteriore rilassamento delle condizioni finanziarie complessive: ancora su connotazioni restrittive nel Vecchio Continente.
Sarà una dinamica degna di nota, quella che si manifesterà nel 2025: con la Fed che il mese prossimo potrebbe tagliare i tassi per l’ultima volta prima quantomeno di una pausa a tempo indeterminato; e con gli altri istituti di emissione che, questa volta, procederanno per la loro strada.
La borsa americana oggi chiuderà anticipatamente i battenti, dopo la festività di ieri. Con il +25.7% messo finora a segno, il 2024 si sta rivelando addirittura più radioso del pur eccezionale 2023. Merito certo dei colossi della tecnologia made in USA; ma non va trascurato che l’azione mediana americana, ben rappresentata dallo S&P equiponderato, dal minimo di tredici mesi fa ha conseguito uno spettacolare rialzo del 40%.
No, non è il riflesso di poche azioni ad elevata capitalizzazione: il bull market ha favorito l’intero listino, e tutti gli investitori disposti a resistere agli strali delle Cassandre.
I primi outlook pubblicati sono certo condizionati da una tendenza che ha mietuto parecchie vittime fra i ribassisti. Il tono è diverso da quello, cauto, che ha contraddistinto (https://tinyurl.com/AGEit165) gli scenari pubblicati un anno fa. I primi dieci rapporti consultati sono orientati verso uno S&P a 6635 punti, con Deutsche Bank che si spinge fino a 7000 punti; e con una Morgan Stanley, fino a poco tempo fa ribassista, che si sbilancia adesso nel prevedere un indice a fine 2025 a 6500 punti. Sarà bene fare da subito l’abitudine con uno S&P che inizia per “6”.