Soprattutto: quante possibilità ci sono di rivedere o anche soltanto di avvicinare il minimo di un mese fa? la risposta è fornita dai modelli previsionali: come sempre precisi nel delineare le prospettive dei mercati per i prossimi sei mesi.
Sfumano le prospettive di taglio dei tassi ufficiali. Il governatore Powell ha chiarito che non c’è alcuna fretta di allentamento del costo del denaro, fino a quando non si conseguirà una definitività nella direzione della politica commerciale. Vale a dire, verosimilmente, dopo la moratoria di 90 giorni concessa dall’amministrazione Trump una settimana dopo il Liberation Day. Resta da stabilirsi se la prossima mossa sarà una limatura del policy rate per prevenire il rischio di recessione, o un incremento per contrastare il surriscaldamento dei prezzi che si va prefigurando per i prossimi mesi (https://tinyurl.com/AGEit206). Prontamente il mercato a termine ha inteso il messaggio. Adesso il nulla di fatto è prefigurato per il 18 giugno (17% di probabilità), con la riunione di fine luglio che vanta ora una probabilità di poco superiore al 60%. Si ripete lo schema che ha contraddistinto gli ultimi cinque mesi: «non la prossima volta, ma quella successiva sì». Salvo traslare questa aspettativa di riunione in riunione...
A proposito di transito, ad un mese dal minimo di mercato, Wall Street consegue a ieri una performance ad abbondante doppia cifra percentuale: +13.7% in 21 sedute. E dire che l’8 aprile, con lo S&P500 che cedeva più del 10% sempre in un mese, si giudicava ineluttabile la formalizzazione di un nuovo bear market: il terzo di un decennio non ancora giunto al giro di boa. Sull’indice citato il Sell Sequential setup di lunedì ne ha contenuto l’ascesa, unitamente all’azione della media mobile a 200 giorni; ma allo stato attuale non ha ancora favorito un’inversione di tendenza: con la borsa americana che staziona sui massimi relativi, mantenendo intatte le possibilità di un minimo “a V”, senza necessità di sollecitazione del bottom per l’appunto di un mese addietro.
Come anticipato nel Rapporto Giornaliero di ieri, nel Dopoguerra si contano 11 episodi di ribasso di più del 10% in non più di 18 sedute, con conseguimento di un minimo a 9 mesi; seguito da recupero a doppia cifra nel medesimo arco di tempo. Il rapporto di oggi sintetizza l’andamento storico precedente e soprattutto successivo a questo setup, con lo scenario che ci attende nei prossimi sei mesi. Una conferma del modello previsionale pubblicato lunedì mattina in esclusiva per gli abbonati.
...se possono disporre della Trump put? Nel frattempo Goldman Sachs, sempre molto attiva su questo fronte, confortata dalla schiarita commerciale, ne approfitta per ritoccare verso l’alto il target di Wall Street a tre e dodici mesi: rispettivamente... Continua...
Stati Uniti spinti ad un'intesa con Pechino da un'economia rivelatasi meno tonica di inizio anno. L'esatto opposto della Cina, che ha sfornato dati macro che inducevano ad un proficuo temporeggiamento. Il disinnesco della crisi fa volare i mercati. Continua...
Soprattutto: quante possibilità ci sono di rivedere o anche soltanto di avvicinare il minimo di un mese fa? la risposta è fornita dai modelli previsionali: come sempre precisi nel delineare le prospettive dei mercati per i prossimi sei mesi. Continua...
Soprattutto: quante possibilità ci sono di rivedere o anche soltanto di avvicinare il minimo di un mese fa? la risposta è fornita dai modelli previsionali: come sempre precisi nel delineare le prospettive dei mercati per i prossimi sei mesi.
Sfumano le prospettive di taglio dei tassi ufficiali. Il governatore Powell ha chiarito che non c’è alcuna fretta di allentamento del costo del denaro, fino a quando non si conseguirà una definitività nella direzione della politica commerciale. Vale a dire, verosimilmente, dopo la moratoria di 90 giorni concessa dall’amministrazione Trump una settimana dopo il Liberation Day. Resta da stabilirsi se la prossima mossa sarà una limatura del policy rate per prevenire il rischio di recessione, o un incremento per contrastare il surriscaldamento dei prezzi che si va prefigurando per i prossimi mesi (https://tinyurl.com/AGEit206).
Prontamente il mercato a termine ha inteso il messaggio. Adesso il nulla di fatto è prefigurato per il 18 giugno (17% di probabilità), con la riunione di fine luglio che vanta ora una probabilità di poco superiore al 60%. Si ripete lo schema che ha contraddistinto gli ultimi cinque mesi: «non la prossima volta, ma quella successiva sì». Salvo traslare questa aspettativa di riunione in riunione...
A proposito di transito, ad un mese dal minimo di mercato, Wall Street consegue a ieri una performance ad abbondante doppia cifra percentuale: +13.7% in 21 sedute. E dire che l’8 aprile, con lo S&P500 che cedeva più del 10% sempre in un mese, si giudicava ineluttabile la formalizzazione di un nuovo bear market: il terzo di un decennio non ancora giunto al giro di boa.
Sull’indice citato il Sell Sequential setup di lunedì ne ha contenuto l’ascesa, unitamente all’azione della media mobile a 200 giorni; ma allo stato attuale non ha ancora favorito un’inversione di tendenza: con la borsa americana che staziona sui massimi relativi, mantenendo intatte le possibilità di un minimo “a V”, senza necessità di sollecitazione del bottom per l’appunto di un mese addietro.
Come anticipato nel Rapporto Giornaliero di ieri, nel Dopoguerra si contano 11 episodi di ribasso di più del 10% in non più di 18 sedute, con conseguimento di un minimo a 9 mesi; seguito da recupero a doppia cifra nel medesimo arco di tempo. Il rapporto di oggi sintetizza l’andamento storico precedente e soprattutto successivo a questo setup, con lo scenario che ci attende nei prossimi sei mesi. Una conferma del modello previsionale pubblicato lunedì mattina in esclusiva per gli abbonati.