Il mini-boom economico di quest'anno ha favorito la spettacolare performance dei mercati azionari, cagionando di riflesso un aumento del costo del denaro che ha impattato negativamente sul reddito fisso. Non sempre le scelte degli investitori si sono rivelate coerenti.

Il Fund Manager Survey di BofA fotografa efficacemente gli umori degli investitori (istituzionali, nella fattispecie) nei confronti del mercato azionario: non più estremamente negativi, con un’allocazione in Equity ai massimi degli ultimi 17 mesi, ma non ancora estremamente positivi, con la liquidità che, al 4.9% delle masse amministrate, non è ancora compatibile con un massimo dei listini.
Listini che in questi dodici mesi hanno apprezzato tantissimo la ripresa economica che ha sorpreso quasi tutti: soltanto negli Stati Uniti è stata generata “ricchezza” per 1.6 trilioni di dollari. Il 6%, del PIL nominale.
Eppure, nonostante questo mini-boom economico destinato con ogni probabilità a perpetuarsi almeno fino alla fine dell’anno, gli investitori hanno clamorosamente privilegiato il reddito fisso: al trilione di dollari affluito verso i fondi monetari USA, dobbiamo affiancare una raccolta netta positiva a favore dei bond a lunga scadenza per la 31esima settimana di fila: è un record dal 2010.

Non dovesse bastare, Bloomberg riporta un volume eccezionale di acquisti di opzioni destinate a guadagnare qualora i rendimenti obbligazionari dovessero crollare entro metà del prossimo anno. Uno scenario che passa evidentemente per la prospettiva di una recessione piuttosto improbabile.
Difatti mentre lo scorso 10 agosto, quando fu resa nota l’inflazione nel mese di luglio, le aspettative del mercato a termine erano orientate verso un primo taglio del Fed Funds rate per l’inizio del prossimo anno, ieri sera la curva forward prezzava una prima limatura del Fed Funds rate per non prima di giugno 2024. Un allineamento all’orientamento ufficiale delle banca centrale americana, che evidentemente mal si concilia con l’aspettativa di un accartocciamento a stretto giro del ciclo economico.

L’unica analisi a contenuto previsionale che regga il confronto con la realtà, resta quella quantitativa, in generale; e nello specifico quella stagionale. Nel 2023 soltanto per la decima volta dal Dopoguerra in poi Wall Street ha fatto registrare un arretramento ad agosto per tre settimane consecutive, dopo aver conseguito un rialzo a doppia cifra dopo i primi sette mesi dell’anno.
Come mostriamo nel Rapporto Giornaliero di oggi, il recente rimbalzo asseconda appieno il copione. Ci aspettiamo che il mercato continui a ricalcare fedelmente la previsione tracciata da qui fino alla fine dell'anno.