Lo S&P500 chiude il primo trimestre con un eccezionale saldo a doppia cifra percentuale, ma diverse piazze azionarie mondiali fanno molto meglio. Il bull market si allarga a settori e piazze rimaste per diverso tempo attardate.

Dopo l’irrilevanza manifesta dell’inversione della curva dei rendimenti negli Stati Uniti, ivi il ripristino dell’inclinazione positiva da parte del Leading Economic Index dopo una sequenza quasi senza precedenti, ha scacciato via dal dibattito ogni residuo sospetto di imminenza di recessione.
Questo ha con ogni probabilità indotto la definitiva capitolazione dei tanti ribassisti che confidavano in una contrazione dell’attività economica per fornire una valida argomentazione teorica ad un posizionamento da tempo scellerato. L’assenza di venditori e la calca degli aspiranti compratori, spiega il nuovo massimo storico raggiunto ieri sera da Wall Street: è il 21esimo, in un 2024 che fra poche ore archivierà soltanto il primo trimestre.

Si punta a migliorare il record del 1995, quando i massimi assoluti sullo S&P furono migliorati ben 77 volte. Particolare curioso: anche all’epoca la Fed di Greenspan si persuase a tagliare i tassi di interesse, due volte (a luglio ed a dicembre...), nonostante un’economia tutt’altro che in recessione; e che da quella insperata iniezione di liquidità e di fiducia, avrebbe ottenuto il giusto carburante per esplodere nei cinque anni successivi. Il mercato azionario, prevedibilmente, avrebbe ringraziato.
Mercato che, a 24 ore dalla fine di marzo borsistico, si colloca di un capello oltre l’asticella del +10.0% al termine del primo trimestre. Per ritrovare una performance analoga dovremmo risalire nel tempo di cinque anni: con lo S&P che la soglia della doppia cifra percentuale dopo tre mesi l’ha superata in tutto altre 11 volte dal 1950 ad oggi. Stiamo riscrivendo la storia...
E non si tratta certo di una performance isolata, con sei indici fra le prime 25 borse al mondo per capitalizzazione che fanno persino meglio: di cui due sono asiatici, e ben quattro europei (inclusa la nostra Piazza Affari). E poi dicono che Wall Street è il centro del mondo finanziario.

In effetti fa molto meno notizia, ma a sua volta il MSCI World ha migliorato ripetutamente i massimi assoluti in questo scorcio iniziale di 2024, dopo aver avuto ragione di una barriera contenitiva risultata fatale nel 2021. Il crollo di febbraio-marzo 2020, a cui molti guardavano nella vana speranza di una replica, si è rivelato per quello che era: un mero pullback, un test di precedenti massimi divenuti supporti, prima del ripristino in due fasi del bull market.
Il Rapporto Giornaliero di oggi ritorna sugli obiettivi su cui è lecito confidare fino alla fine dell'anno. Gli investitori sentitamente ringraziano.