Il prossimo fine settimana il bull market celebrerà il terzo compleanno. I primi trentasei mesi sono risultati inizialmente timidi, come impacciati per lo S&P500, prima di un orgoglioso scatto. In sei mesi guadagnato il 35%: e ora che ci aspetta?

Con il nuovo massimo storico di ieri, Wall Street spinge la performance degli ultimi sei mesi ad uno spettacolare +35%: è soltanto la sesta volta dal 1950 che una simile prestazione è stata sfornata su questo arco di tempo. Gli investitori non hanno di che lamentarsi, tenuto conto dell'andamento tipico successivo a questo setup.
L’aspetto intrigante è che tale saldo è stato conseguito senza particolari patemi d’animo, con una volatilità contenuta e con movimenti cadenzati: in un anno che ha visto prevalere le sedute in forte ribasso (< -2.0%) rispetto a quelle in deciso rialzo (> +2.0%), è da ben 32 giorni che lo S&P500 non fa registrare un saldo in valore assoluto superiore al punto percentuale. È la stringa più estesa addirittura dal 2019.

È un mercato che gode dei favori del contesto macro, in attesa che si inauguri la stagione delle trimestrali. La Fed di Atlanta ha confermato a +3.8 percento reale annualizzato la crescita attesa nel passato trimestre, pur con l’esiguità di dati che lo shutdown federale rende disponibili. A proposito, il sito di scommesse Polymarket assegna scarse probabilità che la paralisi parziale conosca soluzione di continuità prima della prossima settimana.
Ad ogni modo forniscono conforto le banche centrali. Ieri hanno tagliato a sorpresa gli istituti di credito di Nuova Zelanda e Polonia. Nel G20 il 75% degli istituti di emissione ha ritoccato i tassi ufficiali come ultima misura di politica monetaria, negli ultimi sei mesi. In termini ponderati per GDP, il policy rate medio globale scende così al 4.57%, in calo di 159 punti base dal picco di inizio 2024. Una politica monetaria dunque accomodante, a fronte di un’economia che neanche necessiterebbe di un moderato costo del denaro. È normale che i mercati azionari sentitamente ringrazino.

Il prossimo fine settimana il bull market celebrerà il terzo compleanno. I primi trentasei mesi sono risultati inizialmente timidi, come impacciati per lo S&P500, prima di un orgoglioso scatto. È poi intervenuto il sell-off di aprile, che ha cagionato una temporanea deviazione dal percorso tipico storico. Il successivo colpo di reni ha riportato l’indice USA in carreggiata. E ora cosa ci aspetta? Il Rapporto Giornaliero di oggi indaga sul comportamento dei bull market, nel momento in cui entrano nel quarto anno di anzianità. Ne raccomandiamo la consultazione agli investitori.