Il premio rispetto alla Germania scende. Ma non è necessariamente una buona notizia.

Va bene, potete essere legittimamente orgogliosi per il gratificante andamento dello spread fra Italia e Germania, con le nostre "cambiali di Stato" che adesso pagano soltanto 90 punti base in più rispetto a Berlino (quanto ad inizio 2021, peraltro).
Ma sarebbe bene ricordare che questo è avvenuto poco per meriti nostri e più per "demeriti" altrui.

Mentre infatti sui nostri titoli di Stato a 10 anni il governo paga ancora lo stesso rendimento di un anno e mezzo fa; in Germania il Bund di pari durata paga molto di più rispetto a fine 2023: per effetto del mastodontico programma di investimenti in Difesa ed infrastrutture, che innalzerà negli anni a venire il tasso potenziale di crescita dell'economia tedesca.

Risultato: il rilancio del PIL della prima economia dell'Unione allargherà il divario fra i rispettivi tenori di vita, mentre in Italia la spesa per interessi l'anno scorso è comunque aumentata da 79 a 85.5 miliardi di euro, e quest'anno si prevede che salga nonostante tutto a 87 miliardi, poco meno del 4% del PIL.

Tutto questo sottrarrà preziose risorse in bilancio pubblico, per cui sarà necessario prefigurare nuove fonti di entrata. O tagliare la spesa qua e là. Oppure, come sempre, risolvere all'italiana: far pagare alle prossime generazioni, caricando sul debito pubblico. Tanto lo spread scende e siamo i migliori al mondo, s'ignora mia...