Una scommessa ardita, ma che sta già ampiamente ripagando.

Nel 2025 Yearly Outlook abbiamo assunto una posizione perentoria: il cosiddetto eccezionalismo americano era fenomeno del passato (pagina 18), esauritosi in buona misura una volta diventato finalmente consensuale, come emergeva dagli outlook delle case di investimento pubblicati a dicembre.

Al contempo, il pessimismo per l'Europa, che poggiava su argomentazioni certo intimidenti ma ormai note a tutti, aveva raggiunto lo zenit (pagina 125). C'erano fondati motivi per impostare un trade che puntasse ad un ribaltamento dei ruoli: comprando azioni europee, e vendendo quelle americane.

La figura mostra il rapporto fra gli indici MSCI total return di Eurozona e USA: un'inversione di tendenza, poi formalizzatasi una decina di giorni fa con il superamento di una barriera dinamica spartiacque, risultata contenitiva diverse volte nei passati due anni.

Questo ha permesso di archiviare il primo bimestre con il sorriso. Pur con una allocazione lontana dai livelli estremi dell'80-85% mantenuti quasi stabilmente da inizio novembre 2022 a fine novembre 2024, il sottopeso non ha nociuto alla performance per la preferenza concessa alle azioni europee rispetto ai blasonati ma inflazionati nomi USA.

Ancora a gennaio un sondaggio condotto fra la propria clientela istituzionale da Goldman Sachs, rivelava come il 58% puntasse su una sovraperformance delle borse americane nel 2025, rispetto al 32% del 2024 ed al 18% del 2023.
Gli investitori globali facevano il tifo per i listini del Vecchio Continente per il 20% nel 2023, per il 13% nel 2024 e soltanto per l'8% all'inizio di quest'anno.

Il trade "Vendi USA, compra Europa", ho idea che ci darà ancora molte sodddisfazioni quest'anno...